Myanmar, nuove accuse per Aung San Suu Kyi
L’ex leader del Myanmar, Aung San Suu Kyi, lunedì scorso è stata oggetto di nuove accuse penali mentre continua una dura repressione del regime contro ogni opposizione.
Suu Kyi “è stata nuovamente incriminata ai sensi della sezione 25 della legge sulla gestione dei disastri naturali”, ha dichiarato l’avvocato di Suu Kyi Min Min Soe dopo aver preso parte tramite un collegamento video a un’udienza in tribunale online nella capitale del Myanmar, Naypyittaw”.
“In tutto, i capi d’accusa contro Suu Kyi sono cinque, quattro a Naypyidaw e uno a Yangon”, ha sottolineato l’avvocato. Venerdì scorso, in uno dei giorni più sanguinosi dei disordini finora, più di 80 manifestanti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza nella città meridionale di Bago.
Sono oltre 800 i civili che sono stati uccisi nello spazio di soli 70 giorni dal colpo di stato, secondo il gruppo di monitoraggio dell’Associazione di assistenza per i prigionieri politici.
Myanmar e la falsa eroina
Suu Kyi, per il suo attivismo contro la giunta militare in Birmania (ora Myanmar) e per i suoi arresti domiciliari durati 15 anni, era presentata dai media occidentali come una vittima, simbolo di giustizia e di pace, salita poi al potere dopo una lotta contro l’esercito che ha governato la nazione per decenni.
In realtà, Aung San Suu Kyi con la sua Lega Nazionale per la Democrazia (Nld), è una creatura ed agente degli interessi statunitensi ed europei, che ha ricevuto milioni di dollari in aiuti statunitensi, inglesi ed europei, per “ripristinare la democrazia” e permettere agli Usa – dalle Filippine al Myanmar – di “combattere” il terrorismo.
di Redazione