Renzi tra crisi di governo e Arabia Saudita
Nonostante la crisi di governo nata dai desiderata di Matteo Renzi, il senatore di Rignano è al centro della cronaca internazionale per il viaggio in Arabia Saudita, fregandosene della critica situazione italiana. L’ex premier è stato il conferenziere nella seconda giornata del “future investment initiative” o come viene definita, la Davos del deserto. Il “rottamatore” non si è risparmiato in complimenti verso il brutale e sanguinario regime saudita.
La crisi di governo, che lo ha rimesso nuovamente in gioco nonostante un misero 2% del suo partito Italia Viva, è stata per un momento accantonata per via dell’impegno nello scenario internazionale. Matteo Renzi come un abile biscazziere si sta tenendo tutte le porte aperte perché la minaccia delle elezioni, che lui sa essere fatali per il suo partitino, lo cancellerebbero definitivamente dallo scenario politico nazionale.
Renzi alla corte di un regime criminale
Renzi, tra i conferenzieri della Davos del deserto, ha pensato bene di andare a testare gli umori dell’erede al trono saudita Mohammed bin Salam perché in questi giorni si sta lavorando per rendere Riadh il polo che dovrà guidare l’Arabia Saudita attraverso quello che lo stesso Renzi ha definito “Il nuovo rinascimento”.
E i diritti umani? Domanda retorica che non deve far indignare più di tanto perché l’Italia non è nuova ad intrattenere rapporti con regimi e/o nazioni poco limpide su quel settore, basta vedere il rapporto con l’Egitto. Renzi da buon politicante non si è tirato indietro nonostante l’indignazione di attivisti e giornalisti. Era necessaria la presenza di un senatore della Repubblica, facente parte della commissione esteri, in un Paese come l’Arabia Saudita dove il ruolo delle donne nella società è del tutto marginale, le adultere vengono lapidate, i giornalisti scomodi fatti sciogliere nell’acido e i diritti umani vengono calpestati quotidianamente? Eppure il senatore Renzi è riuscito invidiare qualcosa: il costo del lavoro ignaro, forse, che i lavoratori lì non hanno nessun diritto.
Insomma, parlate anche male di me basta che ne parliate, questo pare il mantra di questi giorni che il senatore Renzi sbandiera ai quattro venti. Non contento di aver mandato al macero un governo seppur raffazzonato, non contento di aver fatto precipitare nel caos un’intera nazione in piena pandemia, ha pensato bene di andare ad appoggiare un regime che è però strategico commercialmente perché vale sempre il famoso detto: “Pecunia non olet” anche se a farne le spese sono persone inermi.
di Sebastiano Lo Monaco