Vaccini Covid19 tra scandali e ritardi
Era partita in pompa magna la campagna di vaccinazione per Covid19, ma a distanza di un mese la campagna di immunizzazione arranca. Oltre ai ritardi dovuti al taglio optato dalla Pfizer, scoppia pure lo scandalo dei vaccini somministrati agli amici degli amici, in puro stile italiano.
Ospedale Madonna dell’Alto, Petralia Sottana in provincia di Palermo, 1121 vaccini effettuati al 21 Gennaio 2021, ma di queste ce ne sono 333 sotto indagine dei Nas. I carabinieri stanno indagando sulla somministrazione di queste dosi in quanto “sospette”, ossia sono somministrazioni fatte a chi non rientra nelle categorie previste dalla direttiva del governo. Infatti, non sono anziani delle Rsa, non è personale amministrativo, non è personale sanitario, ma si tratta di veterinari, dipendenti pubblici, commercialisti, braccianti agricoli, politici, sindaci che potremmo collocare nella casella i “furbetti del vaccino”.
L’indagine dei Nas nasce da un post pubblicato su Facebook da una dottoressa in pensione soddisfatta di aver ricevuto la dose di vaccino. Da quel post e dai commenti indignati nasce il filone dell’inchiesta portata avanti dai carabinieri che si estende sul tutto il territorio nazionale. Sono state riscontrate anche 540 dosi inoculate indebitamente a Modena, Ragusa, Reggio Emilia, Forlì, Trapani e Palermo. Il reato previsto è quello di abuso d’ufficio.
A Scicli, in Sicilia, il responsabile del punto di somministrazione dell’ospedale Busacca è stato deferito perché 24 dosi sono andate a chi non ne aveva diritto. Tra i destinatari dei vaccini c’erano la moglie, i parenti della dottoressa che ne ha preso il posto, cinque ex sindaci, un preside in pensione, la figlia di una dirigente dell’azienda sanitaria provinciale di Ragusa.
Vaccini e tagli Pfizer
Altra nota dolente per quanto riguarda la campagna di vaccinazione sono i tagli attuati da Pfizer. Purtroppo, la multinazionale può tranquillamente farla franca perché nei contratti firmati le clausole oltre ad essere blande sono quasi del tutto inesistenti. Innanzitutto, c’è da dire che ritarda la vaccinazione per gli ultra 80enni e sarà un salto di quattro settimane con tutto quello che comporta.
L’8 Gennaio 2021 è la data chiave per comprendere tutto quello che sta accadendo adesso. La campagna vaccinale per come era stata pensata doveva concludersi nel settembre del 2021, ma stando così le cose è un miraggio. La Pfizer ottiene dall’Ema l’autorizzazione a sostenere che ogni fiala di vaccino possa contenere 6 dosi invece di 5, un calcolo mai effettuato durante le trattative ma che sarà la chiave di volta della vicenda. Il 18 Gennaio la Pfizer comunica a tutti i referenti europei che ogni vassoio conterrà 1.170 dosi e non più 975 con il 20% della riduzione del numero di fiale.
Il contratto firmato rivela un dettaglio significativo: in caso di inadempienze le clausole non scattano in maniera automatica consentendo violazioni che sono difficili da contrastare. Inoltre, la BioNTech – associata a Pfizer – ha firmato un contratto parallelo con la Germania che consentirà a Berlino una fornitura aggiuntiva di 30 milioni di dosi.
La truffa
Fiale e dosi, si gioca tutto qui il dettaglio che cambierà la storia perché nei contratti si parlerà sempre e solo di dosi, mai di fiale. I termini dell’accordo europeo sono vincolanti per tutti gli Stati europei e hanno una serie di condizioni molto precise: vengono fissate quantità, costi e tempi di forniture per ogni paese con i contratti che prevedono “allocazioni su base trimestrale”, mentre le consegne avvengono su base settimanale. Ed ecco l’inghippo, le penali scattano sulle forniture trimestrali e non su quelle settimanali e sino adesso Pfizer non è inadempiente perché ha consegnato le dosi che aveva previsto.
Se le penali scatteranno lo potranno fare solo quando si avrà il bilancio dei primi tre mesi e si parla di una penale del 20% del valore delle dosi non consegnate. Se alla fine del trimestre si sarà consolidata l’inadempienza si dovrà “esplorare” una strada per un rimedio che può consistere in un rimborso, la cessazione del contratto e solo alla fine la penale. Una strada che lascia ampio margine alla multinazionale compresa la possibilità di pagare una penale a fronte di un’offerta che dovesse rivelarsi più vantaggiosa.
di Sebastiano Lo Monaco