Nakba: torto storico inflitto al popolo palestinese
Nel giorno del 68° anniversario della Nakba, la catastrofe del popolo palestinese, data indelebile nella memoria palestinese e giorno sospeso alla liberazione, decine di palestinesi sono rimasti feriti o intossicati nella repressione israeliana.
Ottocentomila i palestinesi scacciati dalle proprie case nel 1948 dietro l’ondata terroristica delle bande ebraiche poi divenute esercito di Israele. Oltre 500 i villaggi cancellati dalle mappe e più di 15mila i palestinesi massacrati.
Venerdì 13 maggio i palestinesi hanno indetto marce di protesta in tutta la Cisgiordania, quest’anno con la Maratona del ritorno in bicicletta a Bil’in (Ramallah). Qui Israele ha ordinato l’arresto del coordinatore dei comitati di resistenza ‘Abdallah Abu Rahma insieme a un attivista internazionale. I manifestanti sono stati costretti a fare marcia indietro.
Le marce si sono tenute anche a Ni’lin, Nabi Saleh, Kafr Qaddum, Qalqilya e Striscia di Gaza e ovunque i palestinesi hanno marciato con striscioni e bandiere nere per ricordare la Nakba.
A Gaza un ragazzo è rimasto ferito mentre si avvicinava alla recinzione sul confine est e altri sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni lanciati dei militari israeliani.
Ancora a Gaza la Coalizione dei giovani dell’Intifada ha tenuto questa mattina una conferenza stampa per ribadire la strategia del Ritorno nei propri villaggi di provenienza e per esortare le fazioni alla riconciliazione e al dialogo. E’ stata chiesta inoltre per lunedì 16 maggio la chiusura di tutte le agenzie Onu in protesta al torto storico inflitto al popolo palestinese.
A Gerusalemme Israele ha impedito a numerosi autobus di far arrivare per visitare l’area sacra i palestinesi residenti nelle zone occupate nel 1948.
di Redazione