Cronaca

Draghi si dimette, l’Italia al voto

È finita nel peggiore dei modi l’era del governo dei migliori. Mario Draghi, il taumaturgo che avrebbe dovuto guarire le enormi problematiche che attanagliano l’Italia, è stato costretto alle dimissioni. La fine del governo è stata voluta da quei partiti dell’arco costituzionale che avevano voluto Draghi al governo per “il bene della nazione.”

Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle hanno fatto di tutto per impedire ad un governo raffazzonato, che teneva dentro varie e asimmetriche identità, di andare avanti. Il miraggio delle elezioni, il miraggio di avere due o più punti percentuali a discapito del bene maggiore, ha prevalso in una delle classi politiche più male assortite nella storia della Repubblica.

Draghi avevo messo i partiti davanti una decisione

Il tono avuto ieri dell’ex governatore della Bce era stato perentorio. Aveva messo i partiti spalle al muro dando loro l’onere della crisi. “Siete pronti?”, la frase ripetuta per quattro volte nella mattinata sembrava potesse far girare le cose verso lidi per lui più consoni. In realtà, il sommovimento carsico era già in corso. Oltre il Movimento 5 Stelle, si sono aggiunti anche Lega e Forza Italia, quest’ultimi a rimorchio più per convinzione. La richiesta di Salvini è stata quella di avere un “nuovo” governo, in parole semplici, un rimpasto, senza i 5 Stelle e soprattutto con la Lega al capo dei ministeri dell’Agricoltura e della Sanità. Improponibile per Draghi che voleva tutti dentro al governo.

In tutto questo bailamme, spettatrice è stata la Meloni che, a fine giornata, esulta. Stando ai sondaggi, infatti, con l’attuale legge elettorale, il centrodestra unito vincerebbe a mani basse le elezioni che si terranno tra il 25 settembre e il 2 di ottobre. Lo scioglimento delle Camere da parte di Mattarella darà vita ad uno spettacolo di arte varia dove le forze politiche saranno tutte contro tutte. 

Il tutto mentre gli italiani sfoglieranno l’ennesimo album delle figurine e si recheranno alle urne convinti che questi, al contrario degli altri, faranno il loro interessi e non quelli degli altri. Ognuno cercherà di tirare acqua al proprio mulino, ignari del fatto che c’è un PNRR da portare avanti, mentre l’Unione Europea guarda allibita l’ennesima crisi di una nazione che non riesce mai a prendersi sul serio.

di Sebastiano Lo Monaco

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