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Gaza: due terzi degli israeliani sono contro gli aiuti

Gaza – Non si tratta di una notizia fuoriuscita da qualche giornale antagonista o da qualche “antisemita”, a parlare è l’Istituto Israeliano per la Democrazia, lo stesso istituto che denunciò la richiesta di pieni poteri per lo Shin Bet (servizi segreti interni) e per lo stesso Netanyahu criticato anche dal quotidiano Haaretz, che espresse parole asperrime nei confronti del premier, tutt’ora imputato in quattro differenti processi.

Il 18 Febbraio scorso, al valico di Nitzana manifestanti israeliani si sono riuniti presso la recinzione al confine con l’Egitto. La manifestazione altro non era che il tentativo di bloccare gli aiuti umanitari diretti verso la Striscia di Gaza. Tutto ciò non deve sorprendere perché è il 68% degli israeliani, i due terzi della popolazione, ad opporsi al trasferimento degli aiuti umanitari ai residenti di Gaza.

Gaza tra disperazione e fame

Si muore di fame a Gaza, si muore per infezioni che non possono essere curate perché non arrivano i farmaci, si muore perché non si arriva in tempo nei pochi ospedali rimasti in piedi, dato che l’esercito israeliano li ha rasi al suolo con la scusa di essere “covi di Hamas.” Un bambino palestinese su sei sotto i due anni è gravemente mal nutrito; questo la popolazione sionista lo sa, lo ignora e sostiene il regime.

Sono quelli che vengono fatti in Israele quando ci si chiede da quale età sia accettabile che i bambini palestinesi muoiano di fame, come è successo in una rete pubblica quando un agente del Mossad e la conduttrice si trovano concordi sul fatto che, un bambino di età superiore ai 4 anni poteva tranquillamente morire di fame. Una cosa atroce.

Israele, una democrazia criminogena

Eppure la vulgata vede lo Stato sionista come “l’unica e vera democrazia del Medio Oriente”. A sostenere questa “favola criminale” troviamo gli Stati Uniti, protettori da tempo immemore delle politiche colonialiste dello Stato sionista.

Quello degli aiuti umanitari è stato uno dei punti maggiormente dibattuti al processo del 26 gennaio all’Aja, proprio su questo punto si è sostenuto che lo Stato sionista stia commettendo “genocidio” come sostenuto dal Sud Africa. Siamo solo dinnanzi ad un livello di disumanizzazione efferato che esiste da tempo e che ha rotto gli argini dopo il 7 ottobre.

di Sebastiano Lo Monaco

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