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Libano: tensioni e violenze trasformano i campi profughi palestinesi in polveriere pronte ad esplodere

di Giovanni Sorbello

Non c’è pace per gli abitanti dei polverosi e turbolenti campi profughi palestinesi in Libano; da sempre teatri di scontri e faide tra fazioni opposte, nessuna istituzione è mai riuscita a far raggiungere una certa stabilità all’interno dei campi.

L’ultimo scontro sanguinoso è avvenuto ad Ain al-Hilweh, a sud di Sidone, il più grande campo profughi palestinese in Libano, che ha causato due morti e 11 feriti. I combattimenti hanno sollevato timori per l’inizio di un nuovo ciclo di violenza tra fazioni rivali. Le forze di sicurezza palestinesi sono riuscite a tenere la situazione sotto controllo e impedire un’escalation delle tensioni. 

Durante lo scontro armato tra le milizie sono stati utilizzate mitragliatrici, bombe a mano e granate Rpg. Oltre a distruggere sette vetture e diverse abitazioni, i combattimenti hanno causato il danneggiamento delle reti idriche e di energia elettrica nel quartiere di Taytaba, roccaforte del gruppo di Fatah guidato da Abed Sultan, vicino al discusso leader Mahmoud Abdel Hamid Issa, meglio conosciuto come “Lino”.

I combattimenti hanno avuto inizio mercoledì sera a seguito di una serie di reciproche provocazioni tra membri di Fatah e miliziani legati al gruppo di Maqdisi, affiliati a Jund al-Sham.

Funzionari palestinesi del campo di Ain al-Hilweh hanno espresso forti timori per l’esplosione dei nuovi scontri. Per le strade del campo si è notato un notevole impiego di combattimenti armati, soprattutto militanti del movimento Fatah e del gruppo rivale di Jund al-Sham.

Jund al-Sham, che è classificato come gruppo terroristico da parte del governo libanese, in passato è stato protagonista di violenti scontri con i guerriglieri di Fatah.

Fonti palestinesi hanno riferito che i combattimenti dei giorni scorsi evidenziano la precaria situazione della sicurezza ad Ain al-Hilweh, sottolineando che un prossimo scontro potrebbe far sprofondare l’intero campo nel caos e nella violenza.

Oggi la calma sembra prevalere ad Ain al-Hilweh, le attività stanno ritornando lentamente alla normalità ad eccezione dei quartieri che sono stati teatro degli scontri. I residenti del campo hanno espresso la loro rabbia per il danno inflitto alle loro case e proprietà durante i combattimenti, mentre le famiglie che vivono nel quartiere di Taytaba hanno organizzato una manifestazione per chiedere il risarcimento dei danni.

La tensione resta molto alta anche negli altri campi profughi palestinesi presenti in Libano. La scorsa notte un palestinese proveniente dal campo profughi di Yarmouk vicino a Damasco, è stato ucciso e un altro è rimasto ferito in uno scontro a fuoco nel campo profughi di Beddawi, nei pressi della città settentrionale di Tripoli. La vittima apparteneva al Fronte popolare per la liberazione della Palestina – Comando Generale, le cause dello scontro restano attualmente sconosciute.

Le forti tensioni che stanno attraversando l’intero Medio Oriente influiscono negativamente anche sulla sicurezza e la stabilità dei campi profughi palestinesi, da sempre micidiali polveriere pronte ad esplodere.

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