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Il dramma di 14mila bambini Rohingya

Circa 14mila minori dell’etnia Rohingya, minoranza musulmana del Myanmar, rifugiati in Bangladesh sono senza uno o entrambi i genitori.

Secondo il Dipartimento dei servizi sociali del Bangladesh, che ha accolto più di mezzo milione di rifugiati Rohingya dall’inizio delle violenze a fine agosto, 13.751 bambini senza uno o entrambi i genitori sono stati identificati nei campi profughi già al collasso al confine con il Myanmar.

La maggior parte di loro ha dichiarato di aver perso uno o entrambi i genitori nelle violenze scatenate nella regione di Rakhine. Altri non sapevano cosa fosse accaduto ai loro genitori e sono arrivati in Bangladesh con i parenti, secondo quanto affermato da Pritam Kumar Chowdhury, vice direttore del dipartimento.

L’Onu ha descritto le violenze nello Stato del Rakhine come un caso da manuale di pulizia etnica, come testimoniato dai musulmani Rohingya sfollati in Bangladesh che hanno parlato della distruzione di interi villaggi, di violenze, stupri e massacri. Tra le centinaia di migliaia di rifugiati, 320mila sono bambini, di cui un terzo di età inferiore ai cinque anni.

Il Bangladesh sta costruendo il più grande campo profughi al mondo – un insediamento di tremila acri (1.200 ettari) in grado di alloggiare più di  800mila Rohingya. Circa 200 ettari del campo saranno destinati ai servizi per i bambini.

Pritam Kumar Chowdhury, il vice direttore del dipartimento, ha affermato che sarà costruito un orfanotrofio per i minori non accompagnati e sarà data assistenza e supporto familiare anche ai minori senza un genitore.

I bambini hanno bisogno soprattutto di protezione, nutrizione, acqua e servizi sanitari. Ci sono carenze acute di tutto, oltre il rifugio, il cibo e l’acqua pulita, ha dichiarato Edouard Beigbeder, rappresentante dell’Unicef in Bangladesh. “Le condizioni sul terreno mettono i bambini ad alto rischio di malattie causate dall’acqua. Abbiamo davanti a noi un compito monumentale per proteggere questi bambini estremamente vulnerabili, che potrebbero essere vittime di abusi o di traffico di essere umani”.

I bambini che arrivano nei campi hanno subito lunghi e pericolosi viaggi. Molti che hanno visto la violenza e la perdita di membri della famiglia hanno bisogno di sostegno psicosociale e ricreativo, dovrebbero avere accesso all’istruzione in un ambiente sicuro e protetto. Questo è fondamentale non solo per offrire loro un senso di normalità molto necessario al momento, ma in modo tale che possano guardare avanti per costruire un futuro.

A quanto bambini rifugiati, siano essi Rohingya, Africani, Palestinesi, Siriani, Iracheni, Yemeniti è venuto a mancare quel senso di serena normalità indispensabile per guardare avanti e costruire un futuro?

di Cristina Amoroso

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