L’aquila della steppa – Cos’è il Kazakistan? Domanda molto banale ma al quale l’italiano medio, al più, risponderà “un’ex repubblica sovietica”. A colmare questa grave lacuna ha però provveduto il giornalista Andrea Fais con il volume “L’aquila della steppa. Volti e prospettive del Kazakistan” delle Edizioni all’Insegna del Veltro (pagg.162, euro 18,00).
Se fino a venti anni fa questo lembo di terra del vasto continente euroasiatico non era altro che una delle repubbliche che componevano l’impero sovietico, oggi il Kazakistan è uno dei paesi che più hanno compiuto passi da gigante e che insieme alla Russia ela Bielorussiasta sviluppando l’Unione euroasiatica per cercare non solo di rafforzare la collaborazione e politica tra queste tre nazioni ma anche come valida alternativa alla fallimentare Ue estendendola un domani anche ad altre nazioni.
Con il crollo dell’Urss il Kazakistan ha saputo avviare delle politiche particolari che combinando insieme statalismo e ponderata apertura ai mercati internazionali hanno permesso all’economia locale di riuscire a diventare molto più dinamica e guidare la rinascita collettiva.
In questo saggio il giovane ricercatore perugino ha ricostruito il passato del paese focalizzando poi l’attenzione sul presente che potrebbe e dovrebbe garantire un futuro radioso a questa nazione posta all’incrocio tra il continente europeo e quello asiatico, in una posizione quanto mai cruciale e delicata per poter gestire i traffici commerciali tra questi due mondi; con la classe dirigente locale che ben conscia di ciò si sta preparando a sfruttare al meglio questa situazione.
Particolarmente interessante e degna di nota appare la parte riguardante alla dottrina militare kazaka che negli ultimi venti anni è mutata ben quattro volte e di cui l’autore fornisce validi esempi e spiegazioni.
Per meglio comprendere il ruolo del Kazakistan ed il pensiero geopolitico del Paese l’autore ha deciso di inserire nel volume alcuni discorsi scelti del presidente kazako Nursultan Nazarbaev.
Ad impreziosire ulteriormente il volume la prefazione realizzata da Aleksandr Dugin, professore ordinario presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università statale Lomonosov di Mosca.
di Fabrizio Di Ernesto