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Sayyed Nasrallah: “La resistenza resterà a protezione del suo popolo e della sua nazione”

di Giovanni Sorbello

Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah è intervenuto questo pomeriggio in collegamento video alla cerimonia di apertura del forum della letteratura, presso il Teatro della Vittoria nella città di Ainatha, nella regione di Jabal Amel, nel sud del Libano.

Nasrallah inizia a parlare della diversità dei modi di espressione, incluso il linguaggio e l’arte. La lingua araba è conosciuta per i suoi poeti e filosofi, oltre ad essere la lingua del Corano. Queste modalità di espressione possono essere utilizzate anche in modi rivoluzionari. La cultura e la letteratura sono state utilizzate nella regione di Jabal Amel, durante la lotta per l’indipendenza. Jabal Amel è nota per la sua ricchezza culturale, scientifica e intellettuale.

“La resistenza è una cultura, se questa cultura non esistesse, non avremmo visto tutti questi sacrifici per la nostra terra. Fin dalla fondazione dell’entità sionista c’è stato un dibattito sulla resistenza. Le generazioni più giovani non conoscono la vera storia della resistenza”, afferma il segretario generale.

“Loro non sanno nulla circa le violazioni subite dal nostro cielo, dalla nostra terra e dal nostro mare, perchè non conoscono la storia del Libano. Questa è stata la resistenza di Musa Sadr, la resistenza che ha preferito la morte all’occupazione israeliana. Ogni olivo, ogni provincia, ogni tomba, ogni poesia, ogni sorriso, ogni ferita, è presente in Jabal Amel”, ha dichiarato Nasrallah.

“In Libano, grazie anche alla complicità di certi mezzi di comunicazione, si parla del fallimento dei tre fattori (esercito, popolo, resistenza). Voi che parlare del fallimento di questi tre fattori, mi dite come siete riusciti a proteggere il Libano?”, afferma il leader della resistenza.

“Questi tre fattori hanno reso il Libano un protagonista importante nella regione. Quando si parla di costruire uno Stato, ditemi, dove sono i suoi successi? Questa resistenza rimarrà solida, a protezione del suo popolo e della sua nazione”, aggiunge il segretario generale.

“La possibilità di una nuova guerra non è per noi una preoccupazione. Coloro che temono che Israele possa approfittare del fatto che i combattenti di Hezbollah siano impegnati in Siria, si sbagliano di grosso, poichè  gli israeliani sono ben consapevoli che la resistenza ha guadagnato una grande forza. Le morti dei combattenti Hezbollah in Siria sono una fonte di forza. Rispetto al 2006, la resistenza è molto più forte in ogni suo aspetto”, dichiara Nasrallah.

“La nostra strategia non è la guerra aperta. Se Israele vuole la guerra contro il Libano, la forza della resistenza saprà rispondere adeguatamente”, afferma Nasrallah.

“La questione della Siria è cresciuta costantemente in Libano. La nostra posizione in Siria è politica e non militare. Siamo stati gli ultimi ad intervenire in Siria e solo per proteggere il Libano. Abbiamo affermato fin dall’inizio che sosteniamo il dialogo politico e le riforme politiche come soluzione alla crisi siriana. Ma di certo noi non sosteniamo coloro che stanno distruggendo il Paese”, aggiunge il segretario.

“L’attacco alla Siria rappresenta una minaccia strategica anche per il Libano e la Palestina. Il nostro primo intervento è stato molto limitato, comprendeva solo decine di combattenti di Hezbollah impiegati a difesa del villaggio di Ghouta. Successivamente siamo intervenuti per proteggere il santuario di Zeinab, al fine di evitare grandi conflitti settari. La Turchia ha dichiarato che ha il diritto di proteggere un santuario in Siria dai miliziani; perché alla Turchia è permesso di farlo e a noi no?”, dichiara il leader.

“Noi non abbiamo violato la sovranità della Siria, Hezbollah è entrato in Siria con l’approvazione del governo, mentre decine di migliaia di terroristi venuti da tutto il mondo sono entrati illegalmente per combattere il legittimo governo. Fin dall’inizio del conflitto abbiamo dichiarato che volevamo una soluzione politica, mentre la Lega araba ha fatto di tutto per rovesciare Assad. Hanno avuto bisogno di tre anni di distruzioni e violenze per prendere una decisione che avrebbero dovuto prendere dall’inizio. Ora, così come avevamo detto noi, si sono resi conto che il conflitto in Siria potrebbe mettere l’intera regione in pericolo.

“Giorno dopo giorno abbiamo dimostrato che le scelte che abbiamo fatto erano quelle giuste. L’asse tra Hezbollah e Assad non è in cerca di vendetta, ma solo di pace. Vogliamo il meglio per la Siria e il popolo siriano”, conclude così il suo intervento Hassan Nasrallah.

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