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Italia: disoccupazione giovanile al 44,2%, ma il governo aiuta “amici” e lobby

di Salvo Ardizzone

Ci siamo: un’altra grandinata di dati negativi sul Sistema Italia; non godiamo affatto a fare le Cassandre ma crediamo giusto darvene conto mentre il Governo annaspa o prova a regolare i conti con gli “amici” e le lobby da accontentare.

L’Istat rileva che la disoccupazione fra i giovani è salita ancora, ora è al 44,2%, ancora un record dal ’77, da quando ha avuto inizio la rilevazione; al contempo il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro) ci certifica che sarà impossibile tornare ai livelli occupazionali di prima della crisi; sarebbe una favola pensare di creare i posti di lavoro perduti anche entro un orizzonte che vada al 2020. E ancora l’Istat ci comunica che anche nel III° trimestre dell’anno il nostro Pil scenderà ancora in barba agli annunci trionfali, ridicoli quanto grotteschi in questo contesto che ci vede sempre più in recessione.

L’amara realtà può essere sintetizzata dalla morte di un operaio edile disoccupato di 56 anni, avvenuta a Catania dopo 11 giorni d’agonia: s’era dato fuoco il 19 scorso per disperazione, dopo il sequestro della merce che vendeva per arrangiarsi in qualche modo come ambulante. È un Paese che sta morendo.

E il Governo che fa? A parte le giullarate a cui ci ha abituato, esemplare è il comportamento del ministro Lupi, che impiega il suo tempo ad infarcire di codicilli i decreti attuativi del tanto strombazzato “Sblocca Italia”; contengono deroghe e norme speciali che definire opache è poco. Servono ad aggirare regole e concorrenza, e assicurare agli “amici” e a potenti lobby, come l’Aiscat dei gestori autostradali, le proroghe di grasse concessioni; è quello che denunciano con forza sia l’Antitrust che Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione. Entrambe le autorità hanno anche sottolineato come, con la scusa dell’emergenza, si derogherà a tutto, pensando di affidare a sedicenti commissari straordinari cantieri di rilevanza essenziale, nel caso dell’alta velocità sulla Napoli–Bari e la Palermo–Catania–Messina all’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato Moretti, che in barba ad autorizzazioni ambientali e legge Severino, malgrado l’alto rischio di infiltrazioni mafiose, potrà agire come crede. E salteranno pure le normative sul riciclaggio.

A voi il giudizio su un Governo che invece di lottare contro una crisi che ci mette in ginocchio, la sfrutta come opportunità per “amici” e lobby.

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