Cogat: strumento di esclusione dei palestinesi
Un giudice distrettuale di Tel Aviv ha richiamato Cogat (Ente di coordinamento delle attività di governo nei Territori palestinesi) a ripristinare il servizio informativo in lingua araba rivolto ai palestinesi. Cogat infatti, aveva sospeso ogni pubblicazione sulle procedure dei permessi di movimento dai quali i palestinesi “dipendono”. Tra l’altro esiste un obbligo come disciplina Information Act nazionale.
Il Cogat fa parte del ministero della Difesa e ha il compito di coordinare e supervisionare tutte le attività della politica israeliana, sia militare che civile, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Proprio per esser venuto meno a quest’obbligo, il Cogat era stato ripreso il 13 gennaio 2016 dal giudice di Tel Aviv a causa della reiterata omissione nella pubblicazione e divulgazione di politiche e protocolli attuati dal governo di Israele nei Territori palestinesi. Le pubblicazioni in questione interessano 4,5 milioni di palestinesi residenti a Gaza e in Cisgiordania e l’accesso a questi documenti è fondamentale perché i palestinesi siano messi nelle condizioni di accedere ai servizi.
Le procedure intese sono il rilascio dei permessi di ingresso e uscita per Gaza e Cisgiordania, i permessi di viaggio in generale e quelli supportati da motivi medici-sanitari nello specifico.
Cogat e propaganda
Adducendo motivi tecnici, la scorsa estate Cogat ha smesso di pubblicare queste informazioni, inaugurando tuttavia una propria pagina Facebook palesemente rivolta a un pubblico internazionale e perciò intriso di toni tolleranti e del buonismo con riferimento all’occupazione israeliana della Palestina. Questa pagina è totalmente redatta in lingua inglese e presenta la visione geografica e politica di Israele (i Territori vengono chiamati Giudea e Samaria e l’Haram Al-Sharif diventa Monte del Tempio). Non mancano infografiche e statistiche sulla libertà di transito di persone e beni preparate ad hoc.
Quello che doveva essere un ente costituito per un servizio ai palestinesi si rifà la facciata e li esclude.
Nonostante la campagna social, è improbabile che Cogat riesca ad attirare le simpatie della comunità internazionale sulle politiche israeliane nei confronti dei palestinesi dal momento che a dicembre aveva dato ordine di bloccare la costruzione di una strada ad uso dei palestinesi finanziata dall’Unione Europea per incentivare lo sviluppo di un’economia palestinese indipendente.
a cura di Irene Masala
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